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10 - PALAZZO VECCHIO
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Palazzo Vecchio

Per entrare in palazzo vecchio bisogna prima e per forza passare da piazza della Signoria. Piazza strana, semicircolare, una specie di "L " su cui domina la torre di Arnolfo. Facciamo un passo indietro, qualcuno si ricorda l'inferno di Dante, in particolar modo:

 10. 22       «O Tosco che per la città del foco

 10. 23    vivo ten vai così parlando onesto,

 10. 24    piacciati di restare in questo loco.

 

 10. 25       La tua loquela ti fa manifesto

 10. 26    di quella nobil patria natio

 10. 27    a la qual forse fui troppo molesto».

 

 10. 37       E l'animose man del duca e pronte

 10. 38    mi pinser tra le sepulture a lui,

 10. 39    dicendo: «Le parole tue sien conte».

 

 10. 40       Com'io al piè de la sua tomba fui,

 10. 41    guardommi un poco, e poi, quasi sdegnoso,

 10. 42    mi dimandò: «Chi fuor li maggior tui?».

 

 10. 43       Io ch'era d'ubidir disideroso,

 10. 44    non gliel celai, ma tutto gliel'apersi;

 10. 45    ond'ei levò le ciglia un poco in suso;


 10. 46       poi disse: «Fieramente furo avversi

 10. 47    a me e a miei primi e a mia parte,

 10. 48    sì che per due fiate li dispersi».

 

 10. 49       «S'ei fur cacciati, ei tornar d'ogne parte»,

 10. 50    rispuos'io lui, «l'una e l'altra fiata;

 10. 51    ma i vostri non appreser ben quell'arte».

Dante Alighieri

Dante Alighieri

Firenze - Palazzo Vecchio
Credits Collegamento Immagine Autore: Luis Ascenso Licenza: CC BY 2.0

Lo riconosciamo come Farinata degli Uberti, che salvò Firenze dalla distruzione dopo la battaglia di Montaperti (4 settembre 1260), famiglia vincitrice e ghibellina ma scacciata da Firenze nel 1266. Firenze per certi lati ha sempre dato poco onore ai suoi uomini di punta. Dante fu scacciato, Farinata che pur lottando per la una parte avversa impedì una sicura distruzione totale della Città. Dopo qualche anno, lo stesso destino toccherà al sommo poeta e delle di lui spoglie, Santa Croce conserva solo una tomba vuota.

Ebbene, siamo alla fine di quel secolo XIII e Firenze decise di costruire un palazzo che fosse prima di tutto difendibile ed in secondo luogo manifestasse tutta la magnificenza della città. Palazzo Vecchio fu costruito sopra le fondamenta di quel palazzo ghibellino su cui l'odio della città perdente si accanì con furia. Insieme a quel palazzo fu inglobato quello della famiglia Vacca la cui torre, tagliata, servì per base della torre di Arnolfo di Cambio.

\Il palazzo, fu portato a compimento nel 1314. Da quel momento fu sede della Signoria composta da un consiglio cittadino a cui capo vi erano i Priori (anche Dante ne fece parte nel 1300), e del "Gonfaloniere di Giustizia", una carica a breve termine che era tra il moderno sindaco ed il capo di governo.

"Il palazzo attuale è però frutto di altre costruzioni e ampliamenti successivi, portati a termine fra il XIII ed il XVI secolo. Il Duca di Atene, Gualtieri di Brienne iniziò le prime modifiche nel periodo (1342-1343), ingrandendolo verso via della Ninna e dandogli l'aspetto di una fortezza. Altre modifiche importanti avvennero nel periodo 1440-60 sotto Cosimo de' Medici, con l'introduzione di decorazioni in stile rinascimentale nella Sala dei Dugento ed il primo cortile di Michelozzo. Il Salone dei Cinquecento fu costruito invece dal 1494 durante la repubblica di Savonarola."

Nel XVI secolo gli ultimi ampliamenti posteriori ad opera di Battista del Tasso e Bernardo Buontalenti che lo portarono a volumi ed aspetto attuale. Da notare come la merlatura del palazzo è guelfa, mentre quella ghibellina della torre di Arnolfo presenta merli a coda di rondine (ghibellina). Il palazzo ha delle feritoie di difesa, da cui si poteva gettare su eventuali assalitori dell'olio bollente o delle pietre. Chicca sulle chicche, il palazzo dal XVII secolo ebbe acqua corrente. Non in tutte le stanze ovviamente, ma anche sui sui camminamenti di difesa sono presenti delle vere e proprie cannelle in ottone. Una tubatura ed un deposito posto sulla collina di Fiesole, garantivano prevalenza necessaria a raggiungere tutti i piani e dare effetti d'acqua alle fontane. Nel palazzo vi erano tra le tante due pregevoli statue di Donatello, la "Giuditta e Olofene" (1455-60 circa), ed il Marzocco. Attualmente sono state sostituite per la loro preziosità. Il Marzocco è al Bargello (museo che apre quando se ne ricordano, siamo sempre in Italia...), mentre la Giuditta è sempre dentro il palazzo. Ai loro tempi erano poste sulla piazza. Nel 1504 davanti all'ingresso del Palazzo Vecchio fu posto il Gigante Bianco, il David di Michelangelo, simbolo di libertà e di Forza della cittadina Gigliata. In cima alla torre di Arnolfo vi sono tre campane che hanno segnato la storia della città. La prima, in ordine di importanza è la "Martinella". Quando questa suonava i cittadini erano chiamati ad adunanza. Il che spesso significava anche pericolo o guerra in vista. La seconda e la terza, rispettivamente la campana del mezzodì e quella dei rintocchi (la più grande).

"Il primo cortile, al quale si accede dal portone principale su piazza della Signoria fu progettato nel 1453 da Michelozzo. Nel 1565, in occasione delle nozze tra Francesco I de' Medici, figlio di Cosimo I, e Giovanna d'Austria, sorella dell'imperatore Massimiliano II, il cortile venne trasformato e abbellito in un esuberante stile manierista su progetto di Giorgio Vasari. Nelle lunette, tutto intorno al cortile, sono riprodotte le insegne delle chiese e delle congregazioni delle arti e mestieri della città, mentre nei riquadri inferiori sono dipinte, in onore proprio di Giovanna d'Austria, le Vedute di città dell'Impero degli Asburgo. Le volte sono arricchite da decorazioni grottesche. Al centro, in sostituzione dell'antico pozzo, venne eretta una fontana in porfido da Battista del Tadda e Raffaello di Domenico di Polo, sulla quale venne collocata la più antica statua bronzea del Putto con delfino di Andrea del Verrocchio (1476), spostata dal 1959 al secondo piano del palazzo nel Terrazzo di Giunone e sostituita nel cortile da una copia. Questa piccola statua era inizialmente situata nel giardino della Villa Medici di Careggi e l'acqua che la alimenta sgorgando dalle narici del delfino arriva fin dal Giardino di Boboli grazia ad un antico sistema idrico di tubature. Nella nicchia davanti la fontana è installata Sansone e il Filisteo di Pierino da Vinci. Le colonne sono riccamente decorate, con scanalature alternate a parti lavorate con stucchi dorati. Dal fianco sinistro del cortile una porta conduce all'antica Sala d'Arme, un tempo usata come deposito di armi e munizioni ed oggi usata per mostre temporanee ed eventi speciali."

Secondo cortile. Qui vi era la Dogana, luogo in cui si pagava il dazio delle merci provenienti fuori dal granducato secondo la politica del "tutto sotto controllo". Se non si pagava, le merci non uscivano, semplice. Nel cortile oggi si trova la biglietteria del museo e il bookshop.

Terzo cortile.
Detto Cortile nuovo, venne eseguito da Bartolomeo Ammannati e Bernardo Buontalenti a conclusione dell'ampliamento verso via dei Gondi e via dei Leoni. Vi si affacciano soprattutto uffici comunali e vi si affaccia lo scalone che porta all'ufficio del Sindaco e alla Giunta. 

Il salone dei 500, uno dei capolavori più belli e preziosi di tutta l'Italia.
Ha una lunghezza di 54 metri ed è largo 23. Venne costruito nel 1494 da Simone del Pollaiolo, detto il Cronaca, su commissione di Savonarola che, rimpiazzando i Medici alla guida di Firenze, volle questa sala come sede del Consiglio Maggiore appunto di 500 membri. La sala in seguito fu allargata dal Vasari che potesse diventare corte perCosimo I. "Durante la trasformazione (1555-1572) i famosi dipinti, ma incompleti, de La battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci e de La Battaglia di Cascina di Michelangelo vennero coperti o distrutti, ancora non è chiaro. Della Battaglia di Anghiari esiste una celebre copia di Rubens al museo del Louvre, ma in ogni caso delle due opere ci restano altre copie e a volte i bozzetti." Al tempo in cui Firenze fu capitale del Regno d'Italia, i parlamentari si incontrarono qui (1865-1871). In questo periodo Firenze ebbe tante di quelle distruzioni e rimaneggiamenti che nemmeno i bombardamenti della seconda guerra mondiale eguagliarono. Un periodo storico davvero da dimenticare.

Sulle pareti del salone dei 500 vi sono le battaglie a cui parteciparono e vinsero le truppe Fiorentine.
- La presa di Siena,
- La conquista di Porto Ercole,
- La vittoria di Cosimo I a Marciano in Val di Chiana,
- La sconfitta dei pisani alla torre di San Vincenzo,
- Massimiliano d'Austria tenta la conquista di Livorno,
- Pisa attaccata dalle truppe fiorentine

Il soffitto è realizzato con 39 pannelli costruiti e dipinti da Vasari e dalla bottega, rappresentati "Importanti episodi della vita di Cosimo I", i quartieri della città e la città stessa, con al centro l'apoteosi rappresentante: "Scena di glorificazione come Gran Duca di Firenze e di Toscana". Da Vedere ancora: i quartieri monumentali, il quartiere degli Elementi ed il quartiere di Eleonora. Per la preziosità dei contenuti la visita richiede forse tanto quanto gli Uffizi.

Curiosità
Sull'angolo destro della facciata di Palazzo vecchio è scolpito un abbozzo di profilo. Non si sa chi abbia tentato o compiuto il fatto ma "vox populi" lo attribuisce al Buonarroti. Sempre secondo la tradizione, quello sarebbe il volto di un condannato a morte addirittura fatto "voltato di schiena". L'unica sicura verità è che pochi si sarebbero potuti avvicinare al palazzo ed impunemente lavorare sulla facciata, quindi doveva essere sicuramente qualcuno per cui la guardia avrebbe potuto chiudere più che un occhio. Nella sala di Ercole è custodita una Madonna rinascimentale chiamata popolarmente Madonna dell'Ufo per via di un oggetto volante "non identificabile" dipinto nel cielo sullo sfondo. Si tratta di un qualcosa grigio che emette dei raggi dorati, al quale guardano due figurine sullo sfondo.

Firenze - Palazzo Vecchio
Firenze - Palazzo Vecchio
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

INDIRIZZO

Piazza della Signoria
Tel. 055.276.83.25


Orario:
9:00-19:00
9:00-14:00 Giovedì e giorni
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